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Scorzè: dalle Origini al ‘600

Il paese di Scorzè compare alla ribalta della storia quanto viene citato nel 1152 nella bolla di papa Eugenio III per confermare i beni del vescovo di treviso Bonifacio.

Dal 1152 al 1241

Viene riportato con la dicitura Castrum de Scorzadis cum Villa (Castello degli Scorzadis con villaggio).
Gli studiosi hanno collocato il sito del castello nella zona dove fino a qualche tempo fa si trovava il depuratore.
Dal 1152 al 1241 Scorzè visse in pace e tranquillità. Si possono immaginare i soldati che dall’alto del castello vigilavano sul territorio circostante, i vassalli che svolgevano i loro servizi, mentre i contadini continuavano l’opera di bonifica e i lavori agricoli inziati dai loro antenati in tempi remoti.
All’improvviso l’8 ottobre del 1241 arrivano i soldati di Ezzelino III da Romano, detto il tiranno, che in una loro scorreria assaltarono e distrussero il castello di Scorzè.
Dopo questo avvenimento drammatico, i trevigiani per impedire che Ezzelino potessere utilizzare il terrapieno (motta) dell’ex castello, lo rasero al suolo.
Molto probabilemtne la storia di Scorzè sarebbe stata diversa se il castello non fosse stato distrutto. Ecco allora che il centro della vita di Scorzè si è spostata là dove ora esistono la Chiesa e il campanile.

Dal 1241 al 1339

Molto scarse sono le notizie sul periodo che va dal 1241 al 1339 quando Venezia comincia la sua espansione in terraferma acquisendo il controllo del castello di Noale. Quando Cangrande della Scala conquista nel 1329 Treviso, concede a Guecelone Tempesta la signoria su Noale, si forma lo staterello di Noale che ha il controllo dei seguenti paesi: Noale, Scorzè, Trebaseleghe, Brusaporco (ora Castelminio), Salzano, Cappelletta di Noale, Fossalta, Moniego, Buchignana, Briana, Maerne e Robegano. Nel 1339 Guecello Tempesta si pose sotto la protezione di Venezia, alla quale donò il proprio staterello. Da questo momento fino al 1797, quando con il trattato di Campoformio il Veneto venne ceduto all’Austria da Napoleone, il nostro territorio fu sotto l’amministrazione di Venezia.

Dal 1339 al 1509

Molto più ricca di documentazione la storia di Scorzè dal 1339 alla Lega di Cambrai del 1509. In questo periodo abbiamo le invasione degli ungari. Gli storici parlano di ben tre invasioni. La prima avviene nel 1356, quando gli abitanti di Noale e dei paesi vicini trovarono scampo nel castello di Noale, che fu un valido baluardo contro gli attacchi degli invasori. L’esercito invasore era formato da Ungari, Germani, Teutonici, Tartari e da molte altre popolazioni. Le altre invasioni avvennero nel 1379 e nel 1384. Ricordo di questi passaggi sono rimaste la via Ronchi a Scorzè e la via degli Ongari tra Noale e Moniego. Sembra che lo stesso termine Orco, delle nostre fiabe, sia una storpiatura del termine Ungari.
In un documento del 1332 abbiamo le prime notizie della chiesa di S. Benedetto di Scorzè. Dalla riproduzione di un’antica mappa del centro di Scorzè del 1571, purtroppo andata perduta, è possibile avere una prima immagine del centro di Scorzè con la chiesa e il campanile.
Diversi i documenti a nostra disposizione. Utili sono gli estimi per conoscere il numero e il nome delle prime documentazioni delle famiglie di Scorzè. Il paese di Scorzè è diviso in tre parti: Scorzè de Leva; Scorzè alla Guizza e Scorzè alle Fosse. Nell’estimo del 1458 abbiamo i nominativi delle più antiche famiglie di Scorzè: Trevisan, Barbiero, Galexan, Zavan, Potente, Pavan, Mela, Boeneto, Gidin, Pamio, De Filippo, Menegro, Merlo, Zuan, Rigo, Dufin, Camelin, Turcho, Menun, Caxarin, Bressan.

La vita di Scorzè nel ‘400 e nel ‘500

In questo periodo, il centro della vita di Scorzè era costituito dalla chiesa e dalle abitazioni a sud della chiesa stessa. In particolar modo la grande aia, il grande cortile delle abitazioni prospicienti alla Chiesa in corrispondenza a quella serie di edifici chiamati il vaticano (corrispondente alla trattoria il Redentore). Diversi i fatti accaduti in questo periodo: dall’omicidio di Giampietro Favaro ad opera di due giovani; all’omicidio di Batista Broyo ucciso da alcuni giovani domenica 23 maggio 1489 nel territorio della Guizza; al ferimento di un tedesco, un certo Leonardo di Magdeburgo. Lo Spagnolo pensa che tali fatti criminosi e di violenza trovino la loro origine in contrasti di carattere economico: testamenti, doti o contratti di terreni.
Da un documento del 10 maggio 1520 veniamo a conoscenza della presenza in Scorzè della Famiglia Soranzo. Si tratta di una lite tra muratori. Quello che però a noi interessa è che si sta costruendo il Mulino Soranzo, più noto come Mulino dei Todori in Contea. E’ la prima documentazione della presenza della famiglia Soranzo a Scorzè, per stabilirsi successivamente nella bella villa al centro di Scorzè, che ancor oggi abbellisce il nostro paese.

La chiesa di Scorzè nel ‘400 e ‘500

La vita di Scorzè, come borgo rurale, è legata soprattutto alla vita della chiesa. Su ciò abbiamo un’ampia documentazione grazie alle periodiche visite pastorali. Dalle visite pastorali del 1400 veniamo a sapere che la chiesa di Scorzè dipendeva per i sacramenti da Trebaseleghe e che da poco era stata costruita la canonica. Nel 1493 abbiamo la prima testimonianza dell’esistenza di un ospedale a Scorzè. Quando si parla in questo periodo di ospedale dobbiamo intendere dei locali per l’ospitalità di pellegrini e viandanti.. Nel 1500 il cappellano di Scorzè, prete Bernardino, viene coinvolto nell’attentato al vescovo di Treviso. La congiura venne scoperta e padre Bernardino morì nel carcere di Treviso.

La Lega di Cambrai e l’incendio del castello di Noale

L’avvenimento più drammatico per il veneziano e il nostro territorio è legato alla Lega di Cambrai, quando le forze nemiche di Venezia, guidate dal papa Giulio II sconfissero Venezia nella battaglia di Agnadello del 1509. In questa drammatica situazione venne attaccato e incendiato il castello di Noale il 2 ottobre del 1513. Secondo Stangherlin, la nascita della località detta Canove va fatta risalire a questi episodi storici. Da documenti da noi reperiti si può affermare che tale località esisteva già prima della distruzione del Castello di Noale. L’incendio di Noale, visibile, soprattutto la notte, da Scorzè, deve avere suscitato paura e timore nei nostri antenati.

Il territorio di Scorzè nel ‘500

Nel Cinquecento l’attuale Comune di Scorzè con le sue frazioni era così suddiviso:

  1. Scorzè faceva parte della Podestaria di Noale.
  2. Rio San Martino, assieme a Grion e Gallese, faceva parte della Mestrina di sopra.
  3. Cappella, allora Cappella di Martellago, e Peseggia facevano parte della Podestaria di Mestre.
  4. Gardigiano faceva parte della Mestrina di Sotto.

Scorzè nel Cinquecento

Dalla storia di Scorzè nel Cinquecento risalta l’emergere di alcune famiglie locali. Tra queste ricordimao le famiglie Pamio e Pizzolato. La famiglia Pamio è una delle più ricche di Scorzè e tra i vari terreni possiede “un mulino con due ruote”, che sappiamo essere il Mulino Pamio Soranzo, ora più noto come Mulino dei Todori.
Caso emblematico quello di Tommaso Pizzolato, che diventato cittadino di Noale, poi perse tale titolo perché continuava a svolgere il lavoro di contadino.
Nel 1565 una forte grandinata colpisce la condizione già disagiata dei nostri contadini: così commenta lo Spagnolo: “In quest’anno dunque disgrazie materiali con grave grandinata, sofferenze e miseria per molte famiglie, quando allora l’unica risorsa per la maggioranza delle famiglie era il ricavato dei raccolti dei campi, che arrivavano forse sempre in ritardo e in misura scarsa, ma più grande ancora era la miseria spirituale, clero compreso, di quegli anni. La Riforma del Concilio di Trento e l’opera instancabile dei vescovi di Treviso porteranno un miglioramento di vita spirituale, specie per questo momento l’opera del vescovo Giorgio Corner, il rinnovamento della diocesi”.
Le visite pastorali, in seguito alle decisioni del Concilio di Trento (1545 – 1563) diventano dei veri interrogatori dei fedeli e collaboratori dei preti per verificare la buona condotta e moralità dei sacerdoti. Da una testimonianza veniamo a sapere dell’esistenza di una prima scuola a Scorzè. I sacerdoti in una casetta poco distante dal sagrato della chiesa tenevano lezione ad alcuni giovanetti del paese, ma per le malelingue tale prima scuola venne chiusa.

La mappa del 1571

Da questa mappa, il cui originale è andato perduto è possibile avere una fotografia di Scorzè nella seconda metà del Cinquecento.


Scorzè nel Seicento

Le testimonianze che abbiamo su Scorzè nel Seicento sono legate alla vita della Chiesa. Diverse le visite pastorali del Vescovo di Treviso in questo periodo. Durante le visite, che solitamente corrispondevano al momento in cui il vescovo impartiva la cresima ai bambini del paese, veniva svolta una vera e propria indagine sulla situazione della parrocchia e la vita sacerdotale e morale del clero.